Publication Date:
2021-04-28
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I vulcani sono sistemi estremamente complessi e la loro investigazione è resa ancora più difficile dal fatto che i principali processi si verificano al loro interno e che poi portano ad eruzioni vulcaniche, non sono direttamente accessibili all’osservazione. Nondimeno i vulcani meritano una grande attenzione non solo per gli aspetti strettamente legati alla fisica dei processi eruttivi ma anche, e soprattutto, per la grande preoccupazione legata al loro potenziale enorme potere distruttivo. Questo è particolarmente vero nella regione Campania dove due dei vulcani più pericolosi al mondo, Vesuvio e Campi Flegrei, rappresentano una minaccia per milioni di abitanti. La sorveglianza dei vulcani campani è portata avanti dall’Osservatorio Vesuviano, sede INGV di Napoli, attraverso reti sismiche, e non solo, che si sono sviluppate nel corso degli anni. Questi vulcani sono quindi già sorvegliati multiparametrici; su di essi infatti sono presenti, giusto per dare qualche esempio, reti sismiche/accelerometriche [Orazi et al., 2013, 2018, Galluzzo et al., 2018, La Rocca and Galluzzo, 2015], reti tiltmetriche [Ricco et al., 2013] e reti geodetiche [De Martino et al., 2014a e b; Iannaccone et al., 2018].
Lo sviluppo nel tempo delle reti di monitoraggio però è avvenuto in modo quasi indipendente per motivi di natura tecnologica e/o di natura logistica. Avere siti multiparametrici sui vulcani è di fondamentale importanza perché ci permette di osservare in uno stesso punto l’evoluzione nel tempo di tipi diversi di segnali, e di conseguenza di comprendere meglio la dinamica del vulcano. Mentre non è sempre semplice trovare un sito che soddisfi le esigenze di ciascuna rete (trasmissione, accesso ai satelliti, esposizione, e così via), è più immaginabile trovare soluzioni tecnologiche comuni che permettano di utilizzare strumentazioni e protocolli unici per acquisire più tipi di segnali in un unico punto.
Una soluzione tecnologica di questo tipo è stata trovata nel corso delle attività previste all’interno del progetto FISR “Sale operative integrate e reti di monitoraggio del futuro: l'INGV 2.0”, obiettivo WP2, che prevedeva l’irrobustimento e lo sviluppo della rete di rilevamento multiparametrico a scala nazionale anche aumentando il monitoraggio geochimico, attraverso le installazioni di radonometri.
Per l’Osservatorio Vesuviano, dunque, una stazione multiparametrica è rappresentata dalla coesistenza di una stazione sismo-tiltmetrica, una stazione GNSS ed una stazione di misurazione del Radon, installate in logica di alta affidabilità.
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81-85
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1IT. Reti di monitoraggio e sorveglianza
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N/A or not JCR
Keywords:
Stazione sismica multiparametrica
;
Rete di monitoraggio
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Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
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article
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