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  • 1
    Publication Date: 2020-02-12
    Description: In this study data and results of a high-resolution experiment in Cephalonia (Greece) regarding empirical basin effects are presented. A total of 59 velocimeters and 17 accelerometers were deployed in the basin of Argostoli Cephalonia (Greece), for a period of 7 months (September 2011–April 2012). Due to high seismicity of the western Greece and surrounding area this array recorded thousands of local, regional and global events. Data used in this work come from a selection of 162 regional and local earthquakes, 3 km ≤ R ≤ 600 km, with magnitude range, 1.0 ≤ M ≤ 5.2. Based on high signal-to-noise ratio recordings and two selected reference stations, variation of several intensity measures (PGA, PGV, Arias Intensity, Cumulative Absolute Velocity), significant duration, HVSR and SSR of ground motion recordings on soil sites within the basin is carefully examined for a range of frequencies of engineering interest. Comparison of results with a detailed 2D geologic model shows a good consistency both in amplification and frequency domain. Influence of “reference” site on ground motion variation of soil sites is also discussed in light of our results. Finally, it is suggested that 2D or/and 3D theoretical modeling should be performed given the availability of geological and geophysical parameters to define a realistic model of the basin. Results of this study can undoubtedly serve in model validation and improvement of ground motion simulation tools.
    Language: English
    Type: info:eu-repo/semantics/article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 2
    Publication Date: 2020-02-12
    Keywords: 550 - Earth sciences
    Type: info:eu-repo/semantics/article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 3
    Publication Date: 2020-02-12
    Keywords: 550 - Earth sciences
    Type: info:eu-repo/semantics/article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 4
    Publication Date: 2021-04-20
    Description: Alle ore 02.03 UTC di domenica 20 maggio 2012, la Rete Sismica Nazionale (RSN [Amato and Mele, 2008; Delladio, 2011]) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha registrato un evento simico di magnitudo locale 5.9 che è stato avvertito in gran parte dell’Italia centro-settentrionale; l’evento è stato localizzato sotto la valle del Po in Emilia (44.89° N, 11.23° E e 6.3 km di profondità). Subito dopo la scossa principale, è stato attivato il Pronto Intervento Sismico dell’INGV al fine di installare una rete sismica temporanea ad integrazione delle stazioni permanenti già presenti in area epicentrale. Grazie alla collaborazione fra le sedi INGV di Ancona, Arezzo, Bologna, Irpinia (Grottaminarda), Milano, Pisa e Roma sono state installate 44 stazioni temporanee, di cui 10 in trasmissione real-time con la sala di sorveglianza simica della sede di Roma. Contemporaneamente altre 38 stazioni sismiche temporanee sono state inoltre installate dal Dipartimento della Protezione Civile – DPC (16 stazioni strong motion), dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS (8 stazioni stand-alone) e da enti francesi (14 stazioni stand-alone). In una seconda fase, l’8 giugno 2012, è stato attivato anche il Centro Operativo Emergenza Sismica (COES [Moretti et al., 2010a]), all’interno della Direzione di Comando e Controllo (Di.Coma.C.) del DPC predisposto presso l’Agenzia della Protezione Civile Regionale dell’Emilia Romagna (Bologna). L’allestimento e il coordinamento della struttura sono stati realizzati grazie alla collaborazione tra il Centro Nazionale Terremoti (CNT) e la Sezione di Bologna. Il COES ha garantito la comunicazione costante e diretta con i funzionari DPC presenti nell'area epicentrale. Allo stesso tempo, la struttura è stata proposta come supporto logistico per tutti i colleghi dell’INGV impegnati in attività nella zona epicentrale (reti sismiche Mobili, EMERSITO, GPS, EMERGEO, QUEST) e per sostenere il servizio dedicato alla “Comunicazione e Informazione” promosso a favore delle popolazioni colpite, degli operatori della protezione civile e dei volontari di soccorso. In questo lavoro saranno descritte le attività svolte nel primo mese di emergenza, le modalità e le tempistiche dell’intervento, le strutture coinvolte.
    Description: Published
    Description: 1-43
    Description: 1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionale
    Description: N/A or not JCR
    Description: open
    Keywords: Emilia 2012 sequence ; Seismic networks ; Seismological data ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 5
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: In the months following the April 6th, 2009, L’Aquila earthquake, several Italian and foreign research institutions installed dozens of seismic stations to monitor more than 100 localities with the aim of studying the local site effects in the epicentral area (upper and middle Aterno valley). The stations (accelerometers and velocimeters) have been deployed inside or very close to the inhabited areas. Among the investigated sites there are Onna, where almost the totality of the buildings collapsed, and the historic centre of L’Aquila, both towns suffering many casualties. The preliminary results for the examined sites show an extreme variability of ground motion and significant amplification for the most damaged localities.
    Description: In press
    Description: 4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismica
    Description: N/A or not JCR
    Description: open
    Keywords: site effects ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.99. General or miscellaneous
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 6
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Durante gli ultimi due anni l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha sviluppato un importante infrastruttura di pronto intervento (la Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento), al fine di incrementare il numero di stazioni della Rete Sismica Nazionale dell’INGV (RSN) in zona epicentrale a seguito di eventi sismici rilevanti. Gli obiettivi principali della Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento sono il miglioramento delle localizzazioni epicentrali calcolate dalla Sala di Monitoraggio dell’INGV e l’abbassamento della soglia di detezione della micro-sismicità in area epicentrale durante una sequenza sismica. La Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento è composta da stazioni sismiche remote i cui dati sono telemetrati tramite ponte radio UHF (Ultra High Frequency) presso dei centri d’acquisizione intermedi (definiti “sottonodi”). I sottonodi sono a loro volta connessi tramite Wi-Fi ad un “centro stella” (nodo), ove è situato un sistema di trasmissione satellitare (Libra VSAT Nanometrics), tramite il quale vengono inviati i dati in tempo reale al centro acquisizione della Sala di Monitoraggio dell’INGV di Roma. L’acquisizione dati è ridondata inoltre presso la sala Disaster Recovery dell’Osservatorio di Grottaminarda. Il sistema d’acquisizione di dati sismici è costituito da un datalogger a tre canali, equipaggiato con un convertitore AD ad alta risoluzione (a 24 bit), dotato di un clock di precisione basato su timing GPS. I sensori sismici utilizzati presso le stazioni remote sono accelerometri Episensor FBA ES-T (Kinemetrics) con fondo scala a 2G e velocimetri a corto periodo (Lennartz Le Lite 3D). Il sistema di trasmissione dati, come accennato, si avvale di diversi apparati installati presso le stazioni remote, i sottonodi, ed il centro stella. Presso le stazioni remote è installato un radio modem operante in banda UHF (da 380 a 470 MHz), per il trasferimento trasparente di dati asincroni in modalità half-duplex. L’apparato modula in etere a 9.600 bps, realizzando collegamenti da 2 a 50 chilometri, in funzione dell’orografia locale e del sistema d’antenna utilizzato. Presso i sottonodi viene utilizzato un apparato WiFi (Wireless Fidelity) operante con frequenza di 2.4 GHz per collegamenti IP fino a 54 Mbit/s. Presso i sottonodi i dati sismici ricevuti dalle stazioni remote vengono inviati, tramite ponte Wi-Fi, al centro stella. Presso il centro stella la trasmissione dati avviene tramite il ricetrasmettitore Cygnus Nanometrics. Esso permette l’invio dei dati ricevuti alla Sala di Monitoraggio tramite collegamento satellitare. Il protocollo di trasmissione satellitare dedicato sul link VSAT è di tipo IP, ma può avvenire anche su apparati esterni quali fibra ottica, linee telefoniche, ecc. Per conseguire una maggiore flessibilità d’impiego, tale sistema dispone di due differenti frequenze di trasmissione, disponibili su satellite Intelsat ed HellaSat. Tutto ciò permette di orientare la parabola in due diverse direzioni, in modo da poter ovviare l’eventuale presenza di ostacoli come alberi, montagne o edifici. L’intera struttura racchiude queste tre diverse tecnologie di trasmissione dati (UHF, Wi-Fi e satellitare) al fine di garantire maggiore flessibilità di utilizzo; questo permette di affrontare l’emergenza sismica in tutte le condizioni logistiche e/o meteorologiche mirando a rapidi tempi di intervento (raggiungimento della zona epicentrale e istallazione). L’installazione della Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento viene gestita e coordinata all’interno di un Sistema Informativo Geografico (GIS) che consente la scelta della disposizione geografica ottimale delle stazioni della rete di pronto intervento intorno all’area epicentrale. Il database geografico utilizzato durante l’emergenza sismica contiene informazioni territoriali di vario tipo in area epicentrale. L’INGV dispone infatti di database geografici contenenti dati territoriali di tutto il territorio nazionale le cui categorie, utili ai fini della gestione dell’emergenza sismica, sono: Ubicazione delle stazioni delle reti di monitoraggio; Cartografia topografica IGM (1:25000, 1:50000, 1:100000); Modello digitale del terreno IGM; Uso del suolo; Viabilità e grafo stradale; Catologhi di sismicità storica e strumentale; Mappe di pericolosità sismica e del territorio; Database delle Sorgenti sismogenetiche; Mappe di scuotimento; Mappe di osservazioni macrosismiche. I dati sopra elencati sono utilizzati per la realizzazione di analisi di superficie (surface spatial analysis, Viewshed, Observer Point) che consentono la produzione di scenari utili per l’individuazione delle aree più favorevoli alla collocazione degli apparati della rete Real Time. Il terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009 è stato il primo caso di utilizzo dell’intera infrastruttura di pronto intervento. A meno di 6 ore dalla scossa principale (Mw 6.3 delle ore 01:32 GMT) il primo accelerometro inviava già dati alla Sala di Monitoraggio dell’INGV di Roma. A 3 giorni dall’evento la struttura di pronto intervento installata era costituita da 9 stazioni sismiche real-time. Oltre alla Rete Real Time di Pronto Intervento l’INGV ha installato 5 nuove stazioni GPS permanenti nel territorio abruzzese a seguito dell’evento del 6 aprile (Fig. 3). Le stazioni GPS permanenti presenti nel settore aquilano precedentemente al terremoto erano infatti caratterizzate da un’interdistanza troppo elevata, tale da non consentire una risoluzione spaziale adeguata del campo di spostamento co- e postsismico. A poche ore di distanza dall’evento sismico del 6 aprile si è quindi attivata una squadra di pronto intervento dell’INGV coadiuvata anche da personale del DPC-Ufficio Sismico e dell’ISPRA. A partire dal 7 aprile 2009, e fino al 17 dello stesso mese, sono state installate 5 nuove stazioni GPS permanenti (3 stazioni appartenenti alla Rete Integrata Nazionale GPS dell’INGV, 1 stazione del DPC-Ufficio Sismico ed una stazione dell’ISPRA) nei settori limitrofi all’epicentro della scossa principale della sequenza dell’aquilano. In tutte e 5 i casi la stazione GPS è stata monumentata, installata e avviata nell’arco di 5-6 ore. Su tutte le stazioni GPS è stata impostata sia un’acquisizione del dato GPS a 30 secondi sia un ringbuffer con campionamento a 10 Hz, in modo da permettere la registrazione dell’intera deformazione cosismica (sia statica che dinamica) in caso di ulteriore evento sismico. Nelle settimane successive è stata poi ottimizzata la trasmissione dei dati GPS, utilizzando un sistema di trasmissione dati via GPRS/UMTS implementato dal ST-Osservatorio di Grottaminarda.
    Description: Published
    Description: Trieste- Italy
    Description: 1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionale
    Description: open
    Keywords: Re.Mo.Tel ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Conference paper
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 7
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Nella pratica ingegneristica vengono usate correlazioni derivate da regressioni statistiche tra numero dei piani degli edifici e frequenze di risonanza. Tuttavia la discrepanza tra comportamento reale e valori aspettati può essere talvolta significativa, e solo l’acquisizione di dati sperimentali consente di comprendere il reale comportamento dinamico di una struttura. La sperimentazione, in situazioni anche complesse, e la raccolta di nuovi dati possono essere molto importanti nel campo dell’ingegneria strutturale. In questo articolo vengono presentati i risultati del monitoraggio sismico effettuato su un edificio campione in muratura (il municipio di Ariano Irpino), tipologia costruttiva largamente diffusa tra gli edifici pubblici strategici (ad esempio scuole, caserme ed ospedali). Sono state utilizzate 7 stazioni sismologiche a sei canali equipaggiate con sismometri ed accelerometri. I dati sismici sono stati acquisiti in modalità continua, in punti strategici della struttura, su diversi livelli, dal gennaio 2006 a dicembre 2007. Sono stati selezionati una ventina di terremoti di magnitudo bassa o intermedia (1.5 ≤ M ≤ 4.8) avvenuti a distanze epicentrali variabili da 4 a 116 km. Le registrazioni sono state analizzate sia mediante la tecnica dei rapporti spettrali rispetto alla base dell’edificio sia calcolando i rapporti spettrali tra componente orizzontale e verticale di ogni sensore. L’analisi svolta ha consentito di evidenziare numerose frequenze di vibrazione dell’edificio. Mediante simulazioni numeriche su un modello tridimensionale rappresentativo della struttura in esame è stato possibile associare i picchi in frequenza ai modi propri in campo lineare. In particolare, sono stati ben identificati i primi 3 modi di vibrazione (due flessionali ed uno rotazionale).
    Description: Published
    Description: 35-49
    Description: 4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismica
    Description: N/A or not JCR
    Description: open
    Keywords: edifici ; modi di vibrazione ; muratura ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.11. Seismic risk
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 8
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: On May 20, 2012, at 02:03 UTC, a ML 5.9 reverse-fault earthquake occurred in the Emilia-Romagna region, northern Italy, at a hypocentral depth of 6.3 km (http://iside.rm. ingv.it/), close to the cities of Modena and Ferrara in the plain of the Po River. The epicenter was near the village of Finale Emilia where macroseismic intensity was assessed at 7 EMS98 [Tertulliani et al. 2012, this issue], while the closest accelerometric station, MRN, located less than 20 km west-ward at Mirandola (Figure 1) recorded peaks of ground accelerations of about 300 cm/s2 (www.protezionecivile.gov.it/resources/ cms/documents/Report_DPC_1_Emilia_EQSd.pdf ). The mainshock triggered liquefaction phenomena a few kilometers eastwards of the epicenter, around the village of San Carlo. On the same day, two other shocks of ML 5.1 followed (02:07, 13:18 GMT; http://iside.rm.ingv.it/). On May 29, 2012, at 07:00 UTC another ML 5.8 earthquake hit the region (http://iside.rm.ingv.it/), with the epicenter close to the village of Mirandola (Figure 1). Three other strong aftershocks occurred afterwards, of ML 5.3 (May 29, at 10:55), ML 5.2 (May 29, at 11:00) and ML 5.1 ( June 3, at 19:20). For a detailed description of the seismic sequence, see Moretti et al. [2012], Scognamiglio et al. [2012], and Massa et al. [2012], in this issue. The Emilia seismic sequence resulted in 25 casualties, several of whom were among the workers in the many factories that collapsed during working hours, and there was extensive damage to monuments, public buildings, industrial sites, and private homes. The Po Plain region that was struck by the 2012 Emilia seismic sequence is a very large E-W trending syntectonic alluvial basin, which covers about 45,000 km2. It is surrounded by the Alps to the north and the Apennines to the south, and it is filled with Plio-Pleistocene terrigenous sediments and Holocene deposits, with depths varying from a few hundred meters up to several kilometers. The epicentral area was located south of the Po River, corresponding to the active front of the northern Apennines thrust belt (north-vergence), which is composed of buried folds and thrust faults that locally produce structural highs (Figure 1), and are known as Pieghe Emiliane and Ferraresi [Pieri and Groppi 1981]. The top of this limestone and marl bedrock rises to ca. 100 m from the surface and has been derived locally from borehole logs. The seismic response of this ca. 150-m-deep soft cover was investigated using weak-motion events and microtremors recorded in a borehole by Margheriti et al. [2000]. The occurrence of the May 2012 seismic sequence made it possible to study the seismic response under near-field conditions. These studies are aimed at providing tools to reduce the impact of future earthquakes on the local communities. In addition to the amplification due to one-dimensional (1D) resonance, it is well known that seismic responses of deep sedimentary basins are affected by 2D and 3D effects (e.g., wave diffraction, conversion at the basin edges, trapping and focusing of energy within the soil volume). Evidence of basin-induced surface waves and edge effects have been observed in many basins worldwide; e.g., the Osaka basin in Japan [e.g., Kawase 1996, Pitarka et al. 1998], various southern California basins [Graves et al. 1998, Day et al. 2008], and the Parkway basin in New Zealand [Chávez-García et al. 1999]. In Italy, good examples of site amplification in alluvial basins can be found for the Gubbio, Città di Castello, L'Aquila and Fucino basins [ Bordoni et al. 2003, Bindi et al. 2009, Cara et al. 2011, Milana et al. 2011]. Therefore, the day after the mainshock, the INGV rapidresponse network for site effects, called EMERSITO, planned the experiments presented in this report. EMERSITO put together independent research groups from several territorial centers of the Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV; National Institute of Geophysics and Volcanology) who agree to collaborate spontaneously and on the basis of a data archiving and sharing policy. They then deployed their seismic equipment in the epicentral area, building on the experience of the 2009 L'Aquila earthquake [Di Giulio et al. 2011, Margheriti et al. 2011, Milana et al. 2011]. The deployment was planned also in collaboration with the geological survey of the Regione Emilia Romagna (Servizio Geologico e Sismico e dei Suoli) and the University of Modena, as well as being in the framework of SISMIKO [Moretti et al. 2012]. As a result of this effort, since May 22, three linear arrays have been deployed (Figure 1), with a total of 22 sites instrumented, 16 of them equipped with both velocimeters and accelerometers. These arrays recorded most of the aftershock sequence, including the MW 5.8 May 29, 2012, 07:00 earthquake. The continuous recordings will be archived into the EIDA database (http://eida.rm.ingv.it/) under restricted access. The aim of this report is to describe the experiments performed by the EMERSITO team, as well as the main features of the recorded earthquakes. A preliminary insight in the site response of the investigated area within the context of the geological structure of the Po Plain is also given.
    Description: Published
    Description: 599-607
    Description: 4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismica
    Description: JCR Journal
    Description: open
    Keywords: Spectral ratios ; Emilia 2012 earthquake ; Rapid response seismic network ; Site effect ; Seismic array ; Strong motions ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.04. Ground motion
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 9
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Nella pratica ingegneristica vengono usate correlazioni derivate da regressioni statistiche tra numero dei piani degli edifici e frequenze di risonanza. Tuttavia la discrepanza tra comportamento reale e valori aspettati può essere talvolta significativa, e solo l’acquisizione di dati sperimentali consente di comprendere il reale comportamento dinamico di una struttura. La sperimentazione, in situazioni anche complesse, e la raccolta di nuovi dati possono essere molto importanti nel campo dell’ingegneria strutturale. In questo articolo vengono presentati i risultati del monitoraggio sismico effettuato su un edificio campione in muratura (il municipio di Ariano Irpino), tipologia costruttiva largamente diffusa tra gli edifici pubblici strategici (ad esempio scuole, caserme ed ospedali). Sono state utilizzate 7 stazioni sismologiche a sei canali equipaggiate con sismometri ed accelerometri. I dati sismici sono stati acquisiti in modalità continua, in punti strategici della struttura, su diversi livelli, dal gennaio 2006 a dicembre 2007. Sono stati selezionati una ventina di terremoti di magnitudo bassa o intermedia (1.5 ≤ M ≤ 4.8) avvenuti a distanze epicentrali variabili da 4 a 116 km. Le registrazioni sono state analizzate sia mediante la tecnica dei rapporti spettrali rispetto alla base dell’edificio sia calcolando i rapporti spettrali tra componente orizzontale e verticale di ogni sensore. L’analisi svolta ha consentito di evidenziare numerose frequenze di vibrazione dell’edificio. Mediante simulazioni numeriche su un modello tridimensionale rappresentativo della struttura in esame è stato possibile associare i picchi in frequenza ai modi propri in campo lineare. In particolare, sono stati ben identificati i primi 3 modi di vibrazione (due flessionali ed uno rotazionale).
    Description: Published
    Description: Rome
    Description: 4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismica
    Description: open
    Keywords: GNGTS, Edifici, modi di vibrazione, muratura, Ariano Irpino, Palazzo
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Poster session
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 10
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: A seismic noise recording experiment has been carried out in the Campi Flegrei volcanic area from March 9 to 26, 2009 in the framework of the INGV-DPC 2007-2009 agreement (Project V1 – UNREST). The project aimed at the realization of an integrated method for the definition of the unrest phases at Campi Flegrei. 21 digital three-component seismic stations equipped with broad band seismometers have been added to the existing 11 digital stations already deployed in the area. The preliminary results show a correlation between the seismic noise level and the anthropic activity, whereas the meteorological conditions seem affecting the low frequency seismic noise. These results are important to define the detection thresholds of the seismic signals generated during a possible renewal phase of the volcanic activity.
    Description: Published
    Description: 1-21
    Description: N/A or not JCR
    Description: open
    Keywords: Campi Flegrei ; seismic noise ; spectral analysis ; wave polarization ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.04. Ground motion ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.08. Volcano seismology ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.09. Waves and wave analysis ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.11. Seismic risk
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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