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  • 1
  • 2
    Publication Date: 2021-03-18
    Description: In clayey-sandy regions, deformed geomorphological features, such as river channels and terraces, may represent valuable indicators of ongo-ing tectonic activity. In this perspective, geomorphometric indexes have been developed, among which the SL and ksn indexes seem to be the most efficient to detect tectonically-induced stream anomalies. In the present study, we used these indexes to investigate the possible activity of the east-ernmost fold-and-thrust system of the Apennine orogen, mostly buried under a thick sequence of post- orogenic, clayey-sandy marine deposits, in a sector of Abruzzi located between the Maiella piedmont and the Adri-atic coast. Whereas most authors consider these structures tectonically inactive, several others argue that they still undergo compression. In par-ticular, we used the SL and ksn indexes to identify surface deformations possibly induced by the ongoing activity of the buried structures. More-over, based on geological-geomorphological field survey, supported by remote sensing and spatial data handling (TINITALY Digital Elevation Model, and the MATLAB® and QGis software products), we surveyed the tread profiles of river terraces in selected valley sectors. The inves-tigation results agree in confirming the ongoing activity of the buried structures as well as the noteworthy effectiveness of the methods applied.
    Language: English
    Type: info:eu-repo/semantics/article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 3
    Publication Date: 2021-06-03
    Description: La definizione dell’attività di strutture tettoniche è un pre-requisito fondamentale per la comprensione delle caratteristiche sismotettoniche di un settore del territorio italiano che, come l’Appennino centrale, è stato interessato in tempi storici da eventi sismici di elevata magnitudo. Dunque, l’individuazione e la caratterizzazione dell’attività tardopleistocenica-olocenica di faglie potenzialmente responsabili di forti terremoti è di cruciale importanza in un’ottica di valutazione della pericolosità sismica. Nel presente lavoro vengono analizzate due faglie normali che interessano l’Appennino centrale, la faglia normale che delimita ad ovest la Montagna dei Fiori, uno dei rilievi più esterni della catena, e quella che borda a sud-ovest il bacino di Leonessa, con l’obiettivo di dare un contributo per una migliore definizione delle caratteristiche sismotettoniche di questo settore del territorio nazionale. La faglia normale della Montagna dei Fiori è una struttura lunga almeno 15 km la cui attività è stata responsabile della dislocazione di circa 900 m del substrato carbonatico. Il piano di faglia e la scarpata ad esso associata sono visibili in modo discontinuo lungo il versante. I rilevamenti geologici e geomorfologici effettuati chiariscono come l’esposizione del piano di faglia sia esclusivamente legata a fenomeni gravitativi, anche di grandi dimensioni, che interessano le formazioni calcareo-marnose (Scaglia Cinerea, Marne con Bisciaro, Marne con Cerrogna) affioranti al tetto della struttura, e a fenomeni di erosione selettiva fra le formazione della successione umbro-marchigiana affioranti al letto ed al tetto. La faglia, inoltre, è sigillata da una paleosuperficie di origine erosiva sospesa varie centinaia di metri al di sopra del fondovalle attuale del fiume Salinello (in località Colle Osso Caprino) e da brecce di versante (in località Pozzoranno) associabili a quelle riconosciute in modo ubiquitario in Appennino entrale ed attribuite al Pleistocene inferiore. Come per il caso della Montagna dei Fiori, il piano della faglia bordiera del bacino di Leonessa è visibile in modo discontinuo lungo i versanti che delimitano il settore meridionale della depressione. I nostri rilevamenti di terreno ci consentono di attribuire l’esposizione del piano i) a fenomeni gravitativi che interessano la fascia detritica depostasi alla base della scarpata di faglia e ii) a fenomeni di erosione selettiva fra i detriti ed il substrato carbonatico affiorante al letto della struttura tettonica, ad opera di corsi d’acqua perpendicolari al versante. Depositi di conoide alluvionale (“conoide alluvionale di Leonessa”) attribuiti da alcuni autori ad un contesto cronologico compreso fra la fine del Pleistocene inferiore ed il Pleistocene medio e che determinano una superficie terrazzata chiaramente visibile in tutto il bacino, non sembrano essere stati interessati (né dislocati né basculati) dall’attività di tale faglia. Inoltre, ulteriori due ordini di conoide alluvionale depostisi al di sopra di quello sopra citato ed attribuibili tentativamente al Pleistocene superiore, sigillano chiaramente la struttura tettonica. Dunque, dalle nostre osservazioni si evince che, per quello che riguarda la faglia normale della Montagna dei Fiori, tale struttura tettonica non risulta essere attiva almeno a partire dal Pleistocene inferiore e che l’esposizione del piano di faglia è esclusivamente legata a fenomeni gravitativi e di morfoselezione. Ciò corroborerebbe quanto proposto da altri autori che attribuiscono a questa struttura tettonica esclusivamente un’attività pre- e sin- fase tettonica compressiva. Per quello che riguarda il bacino di Leonessa, è possibile ipotizzare che la faglia bordiera sia stata attiva fino al Pleistocene inferiore, creando lo spazio per l’accumulo dei depositi del conoide alluvionale di Leonessa. L’attività sarebbe poi terminata, o quantomeno si sarebbe ridotta ad un tasso decisamente inferiore a quello degli agenti morfodinamici, a partire dal Pleistocene medio.
    Description: Unpublished
    Description: Camerino (MC), Italia
    Description: 3.2. Tettonica attiva
    Description: open
    Keywords: scarpate di faglia ; Appennino Centrale ; faglie non attive ; 04. Solid Earth::04.04. Geology::04.04.01. Earthquake geology and paleoseismology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Conference paper
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 4
    Publication Date: 2021-06-03
    Description: With the aim to improve volcaniclastic flows hazard zonation and risk mitigation in volcanic areas, this work presents a GIS-based study on the Sorrentina Peninsula, located southwest of the main Neapolitan volcanoes (Ischia, Procida, Campi Flegrei, and Somma-Vesuvius; Campanian Plain, Southern Italy). This area has been heavily affected by historical events with more than 200 volcani - clastic flows recorded in the last 500 years. The study here proposed combines different information, including morphometry, geology, volcanology and land use for building a susceptibility index (named VFSI) able to rank the drainage basins potentially prone to generate volcaniclastic flows. The resulting susceptibility map classifies 488 drainage basins into three different classes (low, moderate and high)over an area of about 280 km2. The proposed method allows the rapid ranking of the different drainage basins, and is propaedeutic to detailed investigation on single basins for individuating areas more prone to colluvial cover failure and associated volumes of available material for volcaniclastic flow generation.
    Description: Published
    Description: 394-404
    Description: 3V. Dinamiche e scenari eruttivi
    Description: 4V. Vulcani e ambiente
    Description: JCR Journal
    Description: open
    Keywords: Volcaniclastic flows, GIS, susceptibility index (VFSI), Sorrentina Peninsula, volcanic hazard, Neapolitan volcanoes ; 04. Solid Earth::04.08. Volcanology::04.08.08. Volcanic risk ; 05. General::05.08. Risk::05.08.02. Hydrogeological risk
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 5
    Publication Date: 2021-06-03
    Description: Il bacino di Leonessa è una delle maggiori depressioni tettoniche intermontane dell’Appennino Centrale. A differenza delle altre depressioni, disposte in direzione appenninica con la faglia bordiera principale sul lato orientale, il bacino è orientato in senso WNW-ESE ed ha la faglia bordiera principale sul suo margine sud-occidentale. Questo studio ha permesso di ricostruire l’evoluzione quaternaria del bacino attraverso un approccio multimetodologico basato sull’integrazione dei dati provenienti dal rilevamento geologico e geomorfologico a scala di dettaglio (1:10.000), supportato dall’interpretazione di fotografie aeree, da analisi paleontologico-stratigrafiche, paleomagnetiche, palinologiche e mineralogico-petrografiche. I sedimenti affioranti all’interno della depressione sono stati distinti in sintemi. Quello stratigraficamente più basso è il Sintema di Villa Pulcini – Colle Montano, costituito da un alternanza di argille, argille torbose, marne e sabbie argillose di ambiente deposizionale da lacustre a piana alluvionale a canali intrecciati (braided plain), attribuibile alla parte alta del Pleistocene inferiore. Stratigraficamente superiore al Sintema di Villa Pulcini – Colle Montano, il Sintema di Leonessa è costituito da depositi di conoide alluvionale nel settore occidentale del bacino e da depositi lacustri nel settore orientale, ambedue contenenti, nella parte alta, intercalazioni di vulcaniti risedimentate. Il ritrovamento di un molare di Mammuthus (mammuthus) cfr.M. (M.) trogontherii (Pohlig) all’interno di depositi alluvionali e i risultati delle analisi paleomagnetiche e palinlogiche consentono di riferire al Pleistocene medio il sintema.I due sintemi precedenti sono coperti a tratti da sabbie e sabbie argillose rossastre (Sintema di Terzone), con spessore che raramente supera i 5 metri, ricche di elementi vulcanici rimaneggiati. I sintemi stratigraficamente più alti del bacino sono costituiti da tre ordini di terrazzi fluviali e da due ordini di conoide alluvionale denominati Sintema di Cerreto - Monte Tilia1, Sintema di Fosso della Ripa e Sintema di Villa Falcucci – Monte Tilia2. Questi sono probabilmente da riferirsi al Pleistocene superiore – Olocene. La definizione degli eventi erosivo-deposizionali che hanno contraddistinto l’evoluzione del paesaggio nel bacino di Leonessa costituisce un passo ulteriore verso un più preciso inquadramento temporale dell’attività tettonica distensiva, del sollevamento regionale e dei cambiamenti climatici che hanno portato all’attuale assetto geomorfologico dell’Appennino Centrale.
    Description: Published
    Description: Roma
    Description: 3.2. Tettonica attiva
    Description: open
    Keywords: Bacino di Leonessa ; Evoluzione quaternaria ; Appennino Centrale ; 04. Solid Earth::04.04. Geology::04.04.03. Geomorphology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Poster session
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 6
    Publication Date: 2021-06-03
    Description: This paper illustrates a geographic information system (GIS) supported methodology for the assessment of landslide susceptibility. The methodology involves four operational steps: survey, site analysis, macro- area analysis and susceptibility analysis . The Survey includes the production (or acquisition) of a large-scale litho-technical map, a large-scale geomorphological map, a detailed inventory of past and present land- slide events, and a high resolution DTM (Digital Terrain Model. Site analysis leads to the definition of discriminating parameters (commonly, lithological and morphometric conditions necessary but not suffi- cient to trigger a landslide of a given type) and predisposing factors (conditions that worsen slope stability but are not sufficient to trigger a landslide of a given type in the absence of discriminating parameters ). The different predisposing factors are subdivided into classes, whose intervals are established by descriptive, statistical analysis of landslide inventory data. A numerical index, based on the frequency of landslide occurrence, quantifies the contribution of each class to slope instability. Macro-area analysis includes the generation of Litho-Morphometric Units (LMU) by overlaying discrimina- ting parameters , manual drawing of LMU envelopes ( macro-areas ), generation of predisposing factor maps from the spatial distribution of predisposing factors , and heuristic weighting of predisposing factor indices. Susceptibility analysis includes the generation of Homogeneous Territorial Units (HTU) by overlaying macro- areas and predisposing factor maps , and the application of a susceptibility function to the different HTU. The resulting values are normalized before the generation of the landslide susceptibility maps . The methodo- logy has been applied to the Fiumicino River catchment, located in the western side of Latium Apennine (Central Italy) between 200 and 1300 m a.s.l. and developed on Late Miocene calcarenites, sandstones with clay intercalations, and marls. The resulting landslide susceptibility maps will be employed in envi- ronmental management. They also represent the preliminary step for the assessment of landslide hazard and risk
    Description: Published
    Description: 87-93
    Description: 5.5. TTC - Sistema Informativo Territoriale
    Description: JCR Journal
    Description: restricted
    Keywords: Landslide; Geomorphology ; GIS Methodology ; 04. Solid Earth::04.04. Geology::04.04.03. Geomorphology ; 05. General::05.01. Computational geophysics::05.01.05. Algorithms and implementation ; 05. General::05.06. Methods::05.06.99. General or miscellaneous ; 05. General::05.08. Risk::05.08.02. Hydrogeological risk
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 7
    Publication Date: 2021-06-03
    Description: Field investigations performed at the Marco Nonio Macrino mausoleum, located along the ancient Flaminia road, in the northern sector of Rome (Italy), as well as the analysis of the archaeological stratigraphy allowed the reconstruction of the geological history of the archaeological site during the past centuries. Our investigations defined that, after the collapse of the mausoleum, the area was affected by at least five alluvial episodes of the Tiber river that interfingered with human activities at the site that were mainly focused on the recovery and re-use of the marble composing the architectonic elements of the building.
    Description: Published
    Description: 12-21
    Description: 3.10. Storia ed archeologia applicate alle Scienze della Terra
    Description: restricted
    Keywords: Mausoleo di Marco Nonio Macrino ; alluvioni ; 04. Solid Earth::04.04. Geology::04.04.10. Stratigraphy
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: book chapter
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 8
    Publication Date: 2021-06-03
    Description: We have here analysed two normal faults of the central Apennines, one that affects the south-western slopes of theMontagna dei Fiori–Montagna di Campli relief, and the other that is located along the south-western border of the Leonessa intermontane depression. Through this analysis, we aim to better understand the reliability of geomorphic features, such as the fresh exposure of fault planes along bedrock scarps as certain evidence of active faulting in the Apennines, and to define the Quaternary kinematic history of these tectonic structures. The experience gathered from these two case studies suggests that the so-called ‘geomorphic signature’ of recent fault activity must be supported by wider geomorphologic and geologic investigations, such as the identification of displaced deposits and landforms not older than the Late Pleistocene, and/or an accurate definition of the slope instabilities. Our observations indicate that the fault planes studied are exposed exclusively because of the occurrence of non-tectonic processes, i.e. differential erosion and gravitational phenomena that have affected the portions of the slopes that are located in the hanging wall sectors. The geological evidence we have collected indicates that the Montagna dei Fiori–Montagna di Campli fault was probably not active during the whole of theuaternary, while the tectonic activity of the Leonessa fault ceased (or strongly reduced) at least during the Late Pleistocene, and probably since the Middle Pleistocene. The present lack of activity of these tectonic structures suggests that the fault activation for high magnitude earthquakes that produce surface faulting is improbable (i.e.Mw5.5–6.0, with reference to the Apennines, according toMichetti et al. [Michetti, A.M., Brunamonte, F., Serva, L.,Vittori, E. (1996), Trench investigations of the 1915 Fucino earthquake fault scarps (Abruzzo, Central Italy):geological evidence of large historical events, J. Geoph. Res.,101, 5921–5936; Michetti, A.M., Ferreli, L., Esposito, E.,Porfido, S., Blumetti, A.M., Vittori, E., Serva, L., Roberts, G.P. (2000)]). If, according to the current view, the shifting of the intra-Apennine extension towards the Adriatic sectors is still active, the Montagna dei Fiori–Montagna di Campli fault might be involved in active extensional deformation in the future.
    Description: Parzialmente finanziato dalla Convenzione INGV-Provincia di Teramo
    Description: Published
    Description: 252-268
    Description: 3.2. Tettonica attiva
    Description: JCR Journal
    Description: open
    Keywords: bedrock fault scarps ; Exhumation ; Non-tectonic processes ; seismic hazard ; 04. Solid Earth::04.04. Geology::04.04.01. Earthquake geology and paleoseismology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 9
    Publication Date: 2021-06-03
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; CNR-IGAG, Università degli Studi di Roma TRE, DiMSAT- Università degli Studi di Cassino;
    Description: Published
    Description: 3.2. Tettonica attiva
    Description: open
    Keywords: Rilievi geologici ; sequenza sismica ; dell’Aquilano ; 6 aprile 2009 ; 04. Solid Earth::04.04. Geology::04.04.01. Earthquake geology and paleoseismology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 10
    Publication Date: 2021-06-03
    Description: Il bacino di Leonessa è una delle maggiori depressioni tettoniche intermontane dell’Appennino Centrale. A differenza dalle altre depressioni, disposte in direzione appenninica con la faglia bordiera principale sul lato orientale, il bacino è orientato in senso WNW - ESE ed ha la faglia bordiera principale sul suo margine sud-occidentale. Il più antico deposito di origine continentale che riempie la depressione non è affiorante ed è stato rinvenuto solo in alcuni sondaggi. E’ costituito da alternanze di sabbie-argillose e ghiaie (attribuite da GE.MI.NA. ad un generico Pliocene). I sedimenti affioranti sono stati distinti in sintemi. Quello stratigraficamente più basso è il Sintema di Villa Pulcini, costituito da un alternanza di argille, argille torbose, marne e sabbie argillose di ambiente deposizionale da lacustre a piana a canali intrecciati (braided plain), attribuibili alla parte alta del Pleistocene inferiore. Il Sintema di Villa Pulcini è parzialmente coperto dal Sintema di Leonessa, costituito da depositi di conoide alluvionale (conoide della Vallonina) a ovest e da depositi lacustri a est, ambedue contenenti, nella parte alta, intercalazioni di vulcaniti risedimentate. Il ritrovamento di un molare di M. (M.) trogontherii all’interno di depositi alluvionali consente di riferire al Galeriano (U.F. Slivia - ? U.F. Fontana Ranuccio) la porzione basale del sistema. I due sintemi precedenti sono coperti a tratti da sabbie e sabbie argillose rossastre (Sintema di Terzone), con spessore che raramente supera i 5 metri, ricche di elementi vulcanici rimaneggiati. Nella parte più meridionale del bacino, all’interno della profonda incisione del Fosso Tascino, sono localmente presenti due ordini di terrazzi alluvionali. Attualmente il Fosso Tascino mostra un tipico esempio di letto a canali intrecciati (braided), con una piana che supera i 100 m di larghezza. Nella zona di raccordo tra il versante NE del Monte Tilia e i Sintemi di Leonessa e di Terzone, sono stati riconosciuti due ordini di conoidi alluvionali sovrapposti, costituiti in prevalenza da sedimenti ghiaiosi con una minore componente sabbiosa, poggianti in discordanza sui sedimenti più antichi. La definizione degli eventi erosivo-deposizionali che hanno contraddistinto l’evoluzione del paesaggio nel bacino di Leonessa costituisce un passo ulteriore verso un più preciso inquadramento temporale dell’attività tettonica distensiva, del sollevamento regionale e dei cambiamenti climatici che hanno portato all’attuale assetto geomorfologico dell’Appennino Centrale.
    Description: Published
    Description: 3.2. Tettonica attiva
    Description: N/A or not JCR
    Description: open
    Keywords: Evoluzione quaternaria ; Quaternary evolution ; sintemi ; Leonessa ; 04. Solid Earth::04.04. Geology::04.04.03. Geomorphology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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