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  • 1
    Publication Date: 2019-03-26
    Description: Il 20 maggio 2012 un terremoto di magnitudo 5,9 ha colpito una vasta zona della Pianura Padana compresa tra le provincie di Modena, Ferrara e Mantova. Oltre a diversi centri storici, a numerose chiese e ad alcuni capannoni industriali il terremoto ha mandato in frantumi anche la diffusa convinzione che quella porzione del territorio padano, da sempre flagellata da alluvioni e dove appena 50 anni fa si è conclusa l’ultima di una serie di bonifiche, fosse almeno immune dal rischio dei terremoti. Negli anni successivi in molti si sono chiesti quale sia il reale livello della sismicità naturale della Pianura Padana, e uno dopo l’altro sono stati riscoperti terremoti antichi ma non per questo meno disastrosi come quelli che hanno distrutto Ferrara nel 1570, Argenta nel 1624, Cotignola nel 1688. Nel 2017, con il novecentesimo anniversario del terremoto del 1117, si sono accesi i riflettori anche sulla più disastrosa crisi sismica mai avvenuta nella Pianura Padana, innescando nuove analisi e riflessioni sul passato sismico dell’area più popolosa del nostro paese, e dunque anche sul futuro. Il livello non trascurabile della pericolosità sismica di alcune porzioni della Pianura Padana è stato chiaramente messo a fuoco dalle analisi della comunità scientifica già dal 2003, quando è stata pubblicata l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3274, e successivamente dalla Mappa di Pericolosità Sismica elaborata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (d’ora in avanti INGV) e nota come MPS04.1 La normativa sismica ancora oggi in vigore ha prontamente recepito le novità, ma una serie di ritardi e sostanziali sottovalutazioni del problema da parte degli amministratori hanno fatto in modo che il tema non entrasse nel dibattito pubblico almeno fino al maggio 2012. All’evoluzione delle conoscenze, e soprattutto della consapevolezza del problema sismico da parte dei cittadini e dei loro amministratori, è dedicata un’intera sezione del volume L’Italia dei disastri, curato da Emanuela Guidoboni e Gianluca Valensise e pubblicato nel 2013.2 Come ricercatori impegnati nella caratterizzazione sismica del territorio italiano3 da quasi due decenni abbiamo cercato di comprendere a cosa sia dovuta la scarsa percezione della sismicità di quell’ampia e importante porzione del nostro territorio nazionale che costituisce la Pianura Padana. A parte la relativa rarità dei forti terremoti, quantomeno negli ultimi tre secoli, va sicuramente considerato anche un diffuso approccio – più romantico che naturalistico – che tende a vedere nelle blande variazioni topografiche di quei territori la prova che il contesto geologico e geodinamico locale sia altrettanto ‘tranquillo’. Ma come dimostrano i terremoti che sono stati appena ricordati, questo punto di vista è del tutto sbagliato. Il paesaggio geologico sepolto della Pianura Padana è in effetti molto articolato e complesso, ed è sede di processi geodinamici certamente attivi; possiamo immaginarlo costituito da vere e proprie montagne ammantate da grandi quantità di sedimenti di origine marina e fluviale. Questi sedimenti hanno spessori molto variabili – da poco più di 100 metri a diverse migliaia di metri – e con la loro presenza obliterano le strutture tettoniche sottostanti. Queste possono in ogni caso essere rilevate e indagate quantomeno per via indiretta grazie alle numerose prospezioni geofisiche che sono state realizzate e rese disponibili dall’esplorazione petrolifera a partire dal secondo dopoguerra.
    Description: Published
    Description: 31-48
    Description: 1T. Struttura della Terra
    Description: 2T. Deformazione crostale attiva
    Description: 5T. Sismologia, geofisica e geologia per l'ingegneria sismica
    Description: 2TM. Divulgazione Scientifica
    Keywords: Terremoto 3 gennaio 1117 ; Pianura Padana ; 04.04. Geology ; 04.07. Tectonophysics ; 04.06. Seismology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: book chapter
    Location Call Number Limitation Availability
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  • 2
    Publication Date: 2022-06-14
    Description: The RETRACE-3D project (centRal italy EarThquakes integRAted Crustal model) focused on the revision of all the available geological and geophysical data in the area interested by the 2016-2018 seismic sequence of central Italy, with the final aim to reconstruct a reliable and consistent 3D geological model of that area. It is based on a collaboration, which was framed into a formal agreement, between Dipartimento della Protezione Civile (the Italian Civil Protection Department), Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria, and Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico of the Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, and Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. The agreement purpose was to develop a project aimed at the geological and seismotectonic characterisation of the crustal volume hosting that seismic sequence. We present and discuss the approach, methodology and results of the project. The 3D geological model of the study area is developed in detail down to a depth of about 12 km, and extended to the Moho based on available regional-scale information. The model is available on the RETRACE-3D project website (www.retrace3d.it).
    Description: Consiglio dei Ministri
    Description: Published
    Description: 1-18
    Description: 1T. Struttura della Terra
    Description: 2T. Deformazione crostale attiva
    Description: 4T. Sismicità dell'Italia
    Description: 5T. Sismologia, geofisica e geologia per l'ingegneria sismica
    Description: JCR Journal
    Keywords: earthquake ; seismogenic faults ; inherited faults ; 3D geological model ; central Apennines
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Limitation Availability
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